Adelano Cheli

Adelano Cheli - Recensioni


"Adelano Cheli narra nelle sue tele, con minuziosa dovizia di particolari, il 'cadenzato', vivace svolgersi della vita neglia angoli della 'sua' Lucca. Con la penna a china, in stile felliniano, evoca vicende in un 'file' in cui i protagonisti, felicemente ignari di diete, abbiano volutamente confuso le date. I suoi pesci scolpiti in pietra, raccontano in modo grottesco, come, nel girovagare senza meta, si possa perdere anche...l'involucro. L'artista fa percepire emozioni in situazioni diverse, portando il fruitore in un percorso labirintico che si dirama in un sorridente, ambiguo, gioco quanto è quello della realtà. Cheli sa osservare in tono boccaccescamente divertito, portandoci con divertente ironia in un mondo visto solo in superficie, lontano dalle dolenti note della vita moderna"
- Mostra personale Adelano Cheli "Pennelli in Chiacchiere" Lucca, dom. 25 settembre - dom. 2 ottobre 2005

Patrizia Baldi






"Nei quadri, che sono sempre un racconto elementare e per questo naif, il Cheli mette tutto il suo spirito di semplice scrutatore dell'animo umano. Non giudice allora, ma partecipe delle varie situazioni che si vengono a determinare e che sprigionano sentimenti quotidiani, cioè non inficiati da un substrato falsamente culturale.
I suoi bozzetti, che racchiudono emozioni palpabili, nella loro apparente ingenuità, nascondono anche sentimenti profondi. Il Cheli insomma non usa la semplicità per nascondere un'incapacità a scavare nel profondo, ma per far emergere nella maniera più leggibile, quei sentimenti di cui consciamente e inconsciamente, noi tutti siamo imperniati. Lo fa con una grafia divertente e ironica e con colori adeguati a tale spirito."

Mario Rocchi






"Chissà cosa spinge interiormente Adelano Cheli a ritrarre gli angoli di Lucca più caratteristici con un fittissimo lavoro di china, ma ritrarli non già popolati dalla gente di oggi ma quasi sempre da maschere. Indubbiamente c'è la passione per una Lucca ancora intonsa sotto l'aspetto architettonico ma anche, a nostro giudizio, il desiderio di rivederla, di sognarla, popolata da personaggi di altri tempi.

E poi anche ricreare un'atmosfera surreale, quella che solo la maschera, nascondendo le vere sembianze, può dare. Sono fittissimi disegni a china quelli del Cheli, che comunque presenta anche alcuni oli ben fatti ma meno suggestivi dei disegni. La ricostruzione degli angoli che sono vie, ma più spesso negozi storici della nostra città è singolare perché, pur nel rispetto assoluto della visione architettonica, il pittore insinua oggetti e soggetti che danno alla veduta una suggestione particolare.

Brigate di maschere in bicicletta, maschere solitarie dagli strani aspetti, diventano i personaggi di un mondo che vive una sua vita particolare, al di fuori della realtà e del tempo, un mondo che forse vuol nascondere le sue reali sembianze, che si vuole rifugiare in un travestimento che lo può riportare a ritroso nel tempo, in un'oasi che il fastidioso e rumoroso vivere di oggi ha ormai distrutto insieme alla fantasia e all'immaginazione, alla «ricreazione».
Ed il Cheli riesce, con le sue meticolose chine che non indulgono sul soggetto ma lo caratterizzano, a lanciare uno sguardo che sa di nostalgia ma anche di poesia.
Questa, che è allestita al Centro Tobagi alla Chiesetta dell'Alba, in via S. Nicolao, è la sua prima mostra. Ma si capisce che il Cheli, sia pur giovane, disegna da sempre."

Mario Rocchi (articolo per la mostra al Centro Tobagi a Lucca - 1989)



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