Guglielmo Malato è nato a Pesaro nel 1932.
E' stato insegnante e preside dell'Istituto d'Arte Passaglia di Lucca e preside del Liceo Artistico della stessa città.
Inoltre è stato preside degli Istituti d'Arte di Pisa, Pietrasanta e Pistoia.
Sia in qualita' di ceramista che di pittore ha conseguito numerosi riconoscimenti e importanti premi.
Dal 1951 al 1984 espone a Milano, Pesaro, Firenze, Messina, Faenza, Vicenza, Livorno, Lerici, Modigliana, Lucca, Gubbio, Marzabotto, Monza, Viareggio, Pisa,
Ancona, Madrid.
Dal 1985 al 1998 espone in varie collettive a Livorno, Pisa, Carrara, Lucca, Camaiore,Massarosa, Volterra.
Nel 1997 ha tenuto una personale presso la Galleria "La Spirale"; e successivamente, ha allestito una Mostra didattica intitolata "Le Carte Magiche".
A S.Quirico d'Orcia ha tenuto una Mostra di dipinti e cartepeste ispirate alla "Citta' di Dio" (S.Agostino).
Nel 1998 ha tenuto a Prato una mostra dedicata a Bertold Brecht, nel centenario della nascita.
Le sue opere si trovano nel Museo Internazionale della Ceramica a Faenza, nel Museo Internazionale dell'Artigianato
a Firenze, nel Museo Nazionale della Ceramica a Pesaro, nella Galleria d'Arte Moderna a Lucca e in numerose
collezioni private in Italia e all'estero.
E' deceduto nel 2024.
"Fare arte con la cartapesta"
Intervista di Mario Rocchi
- E' vero che ti sei pentito per aver scelto l'insegnamento invece di dedicarti interamente all'arte?
E' vero. Amico di Giuliano Vangi, di Gio' e Arnaldo Pomodoro, rinunciai ad andare a MIlano per scegliere il
"posto fisso" spinto dai familiari. E fu uno sbaglio.
- Te ne accorgi ora che sei tornato "libero"?
Si, libero dagli impegni scolastici, mi sembra di rivivere un'altra gioventu'. Mi sono caricato nuovamente di
entusiasmo e lavoro con un piacere immenso. Ho ripreso il lavoro da dove ero arrivato da ragazzino.
E con soddisfazione, se si considera che l'ultima mostra a Prato è stata davvero un successo.
- Hai anche riscoperto la cartapesta?
Mi dedico alla cartapesta che è una materia interessante in quanto mi ricorda un po' il discorso ceramica.
Mi permette di modellare e di creare una materia simile allo scialbo vecchio, da cui le immagini vengono
fuori come da un muro scrostato, il muro che, da quando sono a Lucca, mi ha sempre affascinato.
- Sono figure che ricordano i tuoi arlecchini?
Si, sono Angeli-Demoni, senza sesso, sono figure androgene, simbolo degli uomini e delle donne di oggi,
dato che non si sa piu' quale sara' l'uomo del futuro. Ma tutte hanno anche il senso della morte.
- Come la fai questa cartapesta?
Uso vari tipi di carta e ognuna di esse corrisponde ad una risultanza cromatica. La faccio macerare al
massimo e la mischio con vinavil e colla da parati. Quindi costruisco la struttura con la rete metallica
su cui poso poi la cartapesta. Tutto questo lavoro sara' oggetto di una mostra didattica che faro' a Prato
probabilmente legata al Museo Pecci. Sempre a Prato allestiro' anche una personale di queste sculture
che dovrebbero approdare anche a Kasse in Germania.
- Come avvenne il passaggio da un tipo di pittura all'altro?
E' stata una necessita' per vedere se le forme potevano diventare un pochino piu' volumetriche e si ricollegassero
alle forme ceramiche. Dalla fusione fra esse e il vecchio figurativo nascono queste cose.
- Dipingi in questo studio?
No, lo studio di pittura ce l'ho a Viareggio. A Lucca faccio le cartapeste ma sono in cerca di un locale per costituire
un atelier di scultura e impartire anche lezioni ai giovani, sensibilizzandoli a questo genere di arte a anche alla
ceramica.
Dal quotidiano "La Nazione" - 08/02/1997