Antonio Possenti
Presentazione del volume: "Si, no, forse"
LUCCA – Mercoledi' 10 novembre
2004 alle ore 17, presso la Sala Maria Luisa di Palazzo Ducale a Lucca, si e' tenuta la presentazione del volume
di Mario Rocchi: "Si, no, forse. A colloquio con Antonio Possenti" a cura Maria Pacini Fazzi Editore.
Massimo Marsili ha coordinato il dibattito fra il Maestro Antonio Possenti,
l'autore Mario Rocchi e il numeroso pubblico presente in sala.
Di seguito, vi riportiamo uno stralcio dell'intervista di Rocchi al Maestro,
in occasione della sua Mostra a palazzo Ducale.
- MR - Era un atto doveroso
questa mostra di Antonio Possenti. Nel senso che, mentre altre città
che non sto a citare, dell’Italia e dell’estero, hanno reso omaggio
al famoso pittore lucchese con esposizioni organizzate dagli enti pubblici,
Lucca si era dimenticata di uno dei suoi più rappresentativi artisti.
Lo fa finalmente l’Amministrazione Provinciale, con una grande personale
a Palazzo Ducale.
Questo "Vademecum per il viaggiatore visionario" è la prima mostra promossa da un Ente pubblico lucchese? - AP - Sì, questa è la prima gestita da un ente pubblico, cioè dalla Provincia. Ci fu quella dedicata a Puccini a Villa Bottini, qualche anno fa, ma lì c’era solo il patrocinio del Comune di Lucca.
- MR - E’ impostata su Lucca e i suoi personaggi?
- AP - E’ praticamente la
seconda mostra su Lucca. La prima fu “Lucca rivisitata” nei
primi anni ’70 alla Galleria “Il Fillungo” il cui consulente
era Pier Carlo Santini. Una galleria che, pur essendo piccola, fece mostre assai
importanti. Lo spirito è il
medesimo.
Qui ci sono più personaggi, là c’erano più visioni. I personaggi comunque fanno parte della città nel senso che il ricordo o l’immaginazione dei fatti che li hanno riguardati sono immaginazione dei fatti che riguardano la città.
Direi quasi che in fondo i personaggi rappresentano il lato animato della città. - MR - Sono personaggi moderni o del passato?
- AP - Sono personaggi di varie epoche e ce ne sono alcuni probabilmente dimenticati ma che pure hanno colpito in passato la mia fantasia e per questo mi sono cari.
- MR - Per esempio?
- AP - Per farne uno su tutti, il
popolano Lapini. Nessuno se lo ricorda, non certo i giovani, e forse poco
anche quelli della mia generazione. Eppure era un personaggio caratteristico,
aveva una sua suggestione, così, libertaria. L’ho messo con
mio nonno.
Infatti c’è un quadrotto in cui vengono rappresentati Augusto Mancini e il popolano Lapini, che erano tutti e due animati dallo spirito di amore per la libertà e per la giustizia.
Poi ce ne sono tanti altri anche più famosi ma, se si facesse un’indagine statistica di quanti conoscono Francesco Carrara o Carlo Piaggia, oppure Vincenzo Lunardi, si rimarrebbe probabilmente abbastanza delusi.
E allora, al di là del fatto che i quadri hanno il loro valore e significato indipendentemente dal contenuto, c’è anche, in fondo, un piccolo vezzo di riscoperta di questi personaggi lucchesi un po’ dimenticati.