Eleonora Rossi è nata a Lucca, dove vive e lavora. Ha esposto dal 1972 in personali e collettive, a Lucca, Viareggio,
Salsomaggiore, Firenze, Ginevra, Rovigo, Pisa, Bologna, Livorno, Baia Sardinia, Ischia.
[...] Ecco allora emergere dall'indistinto turbinio i volti assorti e malinconici, ma, sopratutto, le tormentate
mani; mani volitive e dolci nello stesso tempo, mani che talora ammiccano maliziosamente, talaltra si contorcono
con intensa tragicità; mani cui è affidato quasi sempre il nucleo poetico dell'ispirazione.
Il convulso movimento a spirale conferisce all'insieme dilatazione segnica ed espansione cromatica,
ma è in definitiva messo in soggezione dalla vitalissima presenza di queste significative parti del corpo,
sintesi e simbolo dei tratti essenziali della personalità; mani che sembrano essere di materia viva, materia che
palpita sotto la spinta di una passione pittorica fatta di sentimento e di coraggio, di tormentati dubbi e di certezze
sempre più precarie e illusorie. Difficilmente Eleonora può essere assimilata ad un qualsiasi "allineamento
linguistico".
[...]
Non c'e' dubbio, come in altra occasione ho affermato, che nel mondo pittorico di Eleonora, fatto di immaginazione e
di perizia tecnica, un ruolo importante assuma il suo lavoro di restauratrice. Intervenire su un'opera di altri per
restituirla a condizioni di perfetta leggibilità, significa possedere doti di grande sensibilità tecnica e umana, raffinate
capacità di interpretazione e di adattabilità. Doti che sono indispensabili anche e forse più, quando ci si rivolge
verso la propria interiorità e si cera di organizzarla in codici espressivi densi di significato. In entrambi i casi le
mani la duttilita', la sensibilità dei polpastrelli e delle articolazioni, sono le assolute protagoniste.
Altro che protesi del cervello! le mani sono strumento essenziale di conoscenza, elemento determinante per fissare
gli attimi fuggenti della vita, del pensiero e del sentimento, per cogliere il complesso fluire dell'esistenza.
Ecco le ragioni del loro protagonismo nell'opera di E. Rossi. La pittrice sembra, della sua realtà individuale,
inseguire cio' che è mutevole (da qui la continua ossessiva presenza del vortice); pare segretamente convinta che
solo attraverso il mutare dell'immaginazione si possa cogliere il rapporto tra l'immutabile e il transitorio.
E allora l'intreccio di mente e di mani, attraverso lo strumento della memoria, fornisce il materiale per la
spinta creativa; in modo da decantare gioie e dolori, serenita' e tragedia in un flusso di emozioni che
non sempre si concretizzano in immagini gradevoli e accattivanti.
E non lo sono proprio perche' vogliono rappresentare un mondo interiore in palpitazione che tende ad allacciare
con la realtà esterna un rapporto fatto di armonie, ma anche di ruvide discontinuità.